• Ricette

    Biscotti alla farina d’avena al cioccolato

    Biscotti all’ avena con gocce di cioccolato fondente.

    La mia ricetta preferita per i biscotti alla farina d’avena, perfettamente morbidi e chewy, facile da preparare e piena di sapori: cannella, farina d’avena alle quali puoi aggiungere a tuo gusto uvetta, gocce di cioccolato o noci, a seconda di ciò che più desideri!
    I biscotti alla farina d’avena al cioccolato sono semplicissimi da realizzare e sono necessari davvero pochi ingredienti.
    Dolci e arricchiti con gocce di cioccolato,  i biscotti hanno una consistenza adatta sia ad essere sgranocchiati da soli che accompagnati a una bevanda .
    Questi biscotti si possono conservare a lungo, sia all’interno di una scatola di latta che in un contenitore a chiusura ermetica, mantenendo la loro originaria fragranza.

    Ingredienti per i biscotti alla farina d’avena al cioccolato:

    Innanzitutto, alcune note sugli ingredienti per preparare dei deliziosi biscotti di farina d’avena:

    Burro: ho usato di primissima qualità.
    Zucchero di canna : questa ricetta è addolcita con zucchero di canna.
    Uovo: per legare insieme tutti gli ingredienti.
    Estratto di vaniglia: assicuratevi di utilizzare l’estratto di vaniglia puro o i semi della bacca di vaniglia per un sapore migliore.
    Avena: questa ricetta richiede l’utilizzo di fiocchi d’avena, che,grazie alla sua consistenza, renderà i biscotti piacevolmente morbidi.
    Cannella: Adoro i biscotti di farina d’avena aromatizzati alla cannella, ma sentitevi liberi di aggiungere le spezie che più vi piacciono.
    Ingredienti aggiuntivi opzionali: Potete di aggiungere un po ‘di uvetta o mirtilli rossi secchi o altra frutta secca tritata, gocce di cioccolato, noci tritate, etc.

    Ingredienti per i biscotti alla farina d’avena al cioccolato:

    Fiocchi D’avena 160 g
    Farina 00 80 g
    Zucchero Di Canna 120 g
    Burro 100 g
    Uovo 1
    Bicarbonato 1/2 cucchiaino
    Cannella 1 cucchiaino
    Sale Fino 1 pizzico
    Gocce Di Cioccolato 200 g

    Come preparare i biscotti alla farina d’avena al cioccolato:

    Unite gli ingredienti secchi. Unite l’avena (che a vostro piacimento potete tritare grossolanamente), la farina, la cannella, il sale e il bicarbonato di sodio in una terrina media e mescolate.
    Mescolate gli ingredienti umidi. In una ciotola grande separata , con un robot da cucina o uno sbattitore elettrico ,lavorate il burro ammorbidito e lo zucchero di canna e mescolate a velocità medio-alta fino a quando il composto diventa è leggero e spumoso.
    Aggiungete l’uovo e l’estratto di vaniglia e sbattete a velocità media fino a quando non saranno tutti mescolati bene.
    Aggiungete gli ingredienti secchi Aggiungete la miscela di ingredienti secchi a quelli umidi finché no saranno completamente mescolati ed infine aggiungete le gocce di cioccolato.
    Raffreddate l’impasto. Trasferite l’impasto in un contenitore per alimenti e mettetelo n frigorifero per almeno 1-2 ore finché non si raffredda.
    Preparate i biscotti. Riscaldate il forno a 180 ° C e foderate una teglia con carta da forno , formate delle palline con l’impasto e disponetele lasciando dello spazio sulla teglia, visto che lieviteranno.
    Infornate. Cuocete per 10-12 minuti o fino a quando i biscotti saranno leggermente dorati sui bordi e al centro.

  • Viaggi

    Castel dell’ovo: la leggenda del poeta Virgilio.

    «Ci sono posti in cui vai una volta sola e ti basta…e poi c’è Napoli».

    Inizia così Passione, il musical/documentario del 2010 diretto da John Turturro, un vero tributo d’amore alla città partenopea.

    Da Napoletana faccio davvero fatica a non essere d’accordo, ogni volta che giro in questa città.

    Napoli è unica nel suo genere, emozionante, con una storia millenaria, sospesa tra bellezza e contraddizione; una città rumorosa che brulica di vita, da scoprire passeggiando, osservando e chiacchierando con la sua gente.

    Venite a spasso con me oggi? Ce ne andiamo in un posto con una storia antichissima e una curiosa leggenda, un luogo che ha una delle viste più belle di Napoli, uno dei posti che preferisco quando voglio vedere dall’alto la mia città: Il Castel dell’Ovo.

    Castel dell’Ovo, in uno scatto di Rossella Marino

    Castel dell’Ovo: La più antica fortificazione di Napoli.

    Il Castel dell’Ovo, è il castello più antico della città di Napoli, nasce sull’isolotto di Megaride dove, secondo la leggenda, vi approdò la sirena Parthenope che diede il primo nome all’antica città.

    Successivamente all’isolotto fu colonizzata anche la terraferma, rappresentata dal Monte Echia (noto oggi col nome di Borgo di Santa Lucia), dove nacque il primo centro abitato dell’antica Neapolis.

    Quando l’isolotto fu unito alla terraferma e il patrizio romano Lucullo fece costruire una bella ed elegante villa, il Castrum Lucullanum , dotata di una ricchissima biblioteca, allevamenti di murene e di alberi di frutta, novità assoluta per l’epoca, Lucullo rimase sul sito fino all’età tardo romana.

    Numerose sono state le vicende che hanno danneggiato l’originario aspetto normanno del castello, oggetto di vari restauri durante il periodo angioino e aragonese.

    La leggenda del Castel dell’Ovo di Napoli

    Napoli è una città piena di mistero e leggenda, ma anche piena di magia, superstizione e numeri. Come dice Matilde Serao:

    Tutte le superstizioni sparse nel mondo sono raccolte a Napoli e ingrandite, e moltiplicate, poiché a Napoli si sono alternate tante sciagure diversi attacchi del colera all’eruzione del Vesuvio nel 1872, la gente aveva bisogno di credere in qualcosa.

     In termini più generali, una superstizione indica un tipo irrazionale di convinzione che gli eventi futuri possono essere influenzati da  azioni o oggetti anche se non c’è relazione causale tra l’evento e questi oggetti o azioni.

    Il Castel dell’Ovo è famoso, oltre che per la sua storia, per una leggenda che riguarda il poeta Virgilio, il quale, nel Medioevo veniva considerato anche mago.

    Si crede infatti che Virgilio, a suo tempo inserì un uovo magico nelle fondamenta del castello.

    L’integrità dell’uovo era custodita in una caraffa di vetro, a sua volta racchiusa in una gabbia metallica, fino ad ora nessuno ha mai trovato l’uovo magico e il luogo dove sarebbe stato conservato è stato tenuto segreto per molto tempo perché da “quell’uovo dipendevano tutti i fatti e la fortuna di Castel Marino ” (come veniva chiamato il castello).

    La leggenda racconta infatti che, finché l’uovo non si fosse rotto, la città e il castello sarebbero stati protetti da ogni sorta di calamità. Tuttavia, se fosse successo qualcosa all’uovo, ci sarebbero stati guai per Napoli e napoletani.

    Il Castel dell’Ovo è stato per secoli una fortezza potente e indistruttibile per controllare la terra e il mare, anche per questo ha avuto un ruolo importante nella storia Napoletana.

    Tavola Strozzi è un olio su tavola, che
    rappresentaa una veduta di Napoli del XV secolo, conservato oggi nel Museo Nazionale di San Martino di Napoli. Nel disegno potete vedere com’era un tempo in Castel dell’ Ovo.

    La Tavola Strozzi, dipinta alla fine del Quattrocento e oggi conservata al Museo di San Martino, è uno dei pochi scorci dell’originario castello. Aveva torri e un enorme arco all’ingresso. Nel XVII secolo ci furono molti cambiamenti e nel 1733 fu bombardata dai soldati del re Carlo di Borbone, poi occupata dai ribelli della Rivoluzione.

    Dove si trova il Castel dell’Ovo

    ll Castello si trova a via Partenope, il lungomare della città. Questa posizione privilegiata lo rende ancora più suggestivo, non solo per la sua storia ma anche per la bellezza che lo circonda.

    Castel dell’Ovo ha diversi spazi utilizzati per mostre temporanee ed eventi, ed è sempre aperto al pubblico.

    Vista su via Partenope dalla terrazza del Castel dell’ ovo.

    Dalla terrazza si può ammirare un panorama mozzafiato della città, ecco perché è una location molto ambita per le foto.

    Vista sul Golfo da uno degli archi del Castel dell’Ovo, in uno scatto di Rossella Marino

    Nei secoli passati, così come oggi, la zona circostante è popolata da pescatori, c’è anche un piccolo porticciolo molto pittoresco, il Borgo Marinari.

    il Borgo Marinari visto da Rossella Marino

    Proprio vicino all’ingresso del Castel dell’Ovo , il Borgo Marinari, vi stupirà, se vi capita di camminarci di giorno , questo posto vi darà l’impressione di essere lontani dalla freneticità della città di Napoli, con il mare che fa da cornice alle sue viuzze. Le stesse vie che di sera invece brulicano di gente che frequenta bar e ristoranti, o che passeggia da quelle parti alla ricerca di un angolo romantico.  

    Quando vistare il Castel dell’Ovo?

    Il Castello è bello in ogni stagione, ma se dovessi dirvi la mia, che sono un’ inguaribile romantica,  sicuramente vi direi che in primavera dà il meglio di sé, magari al tramonto! Vi assicuro che a quell’ora, in una giornata limpida, la vista sul golfo è veramente da mozzare il fiato.

    Come arrivare al Castel dell’Ovo

    In auto

    dall’autostrada, tangenziale, uscita Centro – Porto, percorrere Via Marina fino a Piazza Municipio

    In aereo

    dall’aeroporto Alibus fino a piazza Municipio

    In treno

    dalla stazione di Piazza Garibaldi, metropolitana Linea 1 da Garibaldi, direzione Piscinola fermata Toledo.

    Metropolitana Linea 1 fermata Toledo, e poi a piedi fino al castello.

    In autobus

    Da piazza Garibaldi R2 fino a piazza Municipio; da piazza Vittoria tram 1 fino a piazza Municipio

    Indirizzo: Via Eldorado 3 –80132 Napoli

    Castel dell’Ovo Napoli orari

    Orari di apertura periodo estivo:

    Nei giorni feriali dalle ore 9.00 alle ore 19.30 – ultimo accesso ore 19.00

    nei giorni festivi e la domenica dalle ore 9.00 alle ore 14.00 – ultimo accesso ore 13,30.

    Orari di apertura periodo invernale:

    nei giorni feriali dalle ore 9.00 alle ore 18.30 – ultimo accesso ore 18.00

    nei giorni festivi e la domenica dalle ore 9.00 alle ore 14.00 – ultimo accesso ore 13,30

    Prezzi:  ingresso gratuito.

    Ad oggi quale castello vi ha colpito maggiormente per la sua bellezza?

    Tengo molto a ringraziare Rossella, che trovate su instgram col nome come__ungirasole, senza alcune delle sue foto questo articolo non sarebbe stato altrettanto bello, grazie Ross! ❤️

  • Viaggi

    Palazzo dello Spagnolo

    Considerato il cuore della città,  il centro di Napoli, altrimenti noto come  “Centro Storico”, è una vivace combinazione di autenticità, cultura italiana, cibo, arte e storia. Dichiarato patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 1995, il centro storico si sviluppa sulle stesse basi urbane dell’architettura greca. 

    Qui puoi ammirare tutta la bellezza della zona, i vivaci mercati di strada, i riferimenti storici e religiosi ad ogni angolo di strada, i colori vibranti ,gli aromi che illuminano i tuoi sensi e i famosi palazzi di Napoli.

    È proprio nel mezzo del centro storico che si trova il palazzo che scopriremo insieme oggi: Il Palazzo dello Spagnolo.

    Come raggiungere il Palazzo dello Spagnolo Napoli

    Palazzo dello Spagnolo si trova a via Vergini, al numero civico 19, nel rione Sanità, in zona centro storico.
    Ci si arriva con la Metro linea 1, Museo o Metro Linea 2, Cavour.
    Ingresso libero, sempre aperto.

    La Storia del Palazzo dello Spagnolo di Napoli

    Il Palazzo dello Spagnolo è uno dei più spettacolari edifici napoletani.  Il proprietario Tommaso Atienza, come la maggior parte degli abitanti dei quartieri Vergini e Sanità, aveva sempre avuto un soprannome. Era conosciuto infatti come “Lo Spagnolo”, tanto che l’immobile da lui acquistato nel secondo decennio del XIX secolo fu subito battezzato “Palazzo dello Spagnolo”, anche se originariamente era noto come Palazzo Moscati.

    Palazzo-dello-spagnolo

    L’edificio, considerato tra le opere architettoniche più belle in città: fu costruito per volere di Nicola Moscati, marchese di Poppano, a partire dal 1738.
    Non si hanno notizie certe sul vero autore del progetto , tutti lo attribuiscono a Ferdinando Sanfelice che ampliò e ammodernò due proprietà, parte della dote della moglie del marchese di Poppano, Anna Maria d’Orso.
    Una volta dentro ci si trova davanti ad un capolavoro di simmetrie che che rapiscono subito l’occhio, si nota una monumentale scala a doppia rampa detta ad ali di falco, rintracciabile in tutti i numerosi palazzi napoletani ufficialmente attribuiti al geniale architetto, grande innovatore, noto in particolar modo per la propria audacia nei progetti, alle volte molto stravaganti. Un segno caratteristico delle sue opere erano appunto le scale, così stravaganti che il popolo temeva potessero crollare. Infatti l’architetto era conosciuto come “Sanfelì, lievet’ ‘a sotto”🤭

    Il complesso fu completato da una ricca decorazione a stucchi, in stile rococò, realizzata da Aniello Prezioso su progetto di Francesco Attanasio.

    Quando il palazzo passò dalla famiglia Moscati a Tommaso Atienza il nuovo proprietario, innamorato del proprio palazzo, volle decorarlo con graziosi affreschi che ricoprivano le pareti, le volte delle stanze, il salone, e arricchì con preziosi arredi la Cappella e la Galleria.

    Purtroppo non c’è traccia degli affreschi, questi infatti sono stati ricoperti da imbiancature recenti. Per abbellire e ammodernare lo splendido palazzo, Tommaso “lo Spagnolo” fu costretto a sprofondare così tanto nei debiti da perdere la proprietà. Fu espropriato del palazzo, che ad oggi è stato frammentato in numerose proprietà private.

    Avete visto il Palazzo dello Spagnolo? Condividete la vostra esperienza nei commenti! Se invece vi piacerebbe vederlo, vi aspetto a Napoli!